Benigni e la Costituzione Italiana

Articolo scritto il 9 gennaio 2013 nella categoria Humor, Italia, Politica | icona Commenti Nessun Commento

benigni-costituzione

Ogni volta che ascolto Roberto Benigni mi emoziono, è più forte di me.

Proprio come è successo la sera di La più bella del mondo, show televisivo andato in onda il 17 dicembre 2012 su Rai Uno, che ha incollato allo schermo più di 12 milioni di spettatori (dati Auditel).

Mi smuove sempre qualcosa dentro. Può essere una risata, un sentimento di orgoglio italiano sepolto, una nuova visione del mondo contemporaneo, empatia, o umana compassione. Al di là del Benigni politico – aspetto, aihmé, a cui si dà eccessivo peso, a discapito della persona nel suo complesso  – il comico toscano è sempre riuscito a mantenere un entusiasmo e un carisma unici, che sembra non lo facciano invecchiare mai.

Unisce con la sua retorica, riesce, in vari momenti del discorso, a farci percepire come un unico organismo, unito, sacro; non con un nazionalismo che divide (il “noi siamo meglio degli altri”) ma con quel sentimento di unità nazionale che guarda con rispetto e gratitudine al nostro passato, e si proietta nel futuro.

Mi piacerebbe che molti insegnanti e professori italiani fossero come lui, nel riuscire a trasmettere la passione di ciò che insegnano. La nostra memoria storica ad esempio, che senza accorgecene diamo per assodata: Benigni ci ricorda che la storia dobbiamo capirla, studiarla, farla nostra. Perché le parole sui libri sono morte se chi trasmette quella conoscenza non le rende vive, solenni, vere fondamenta del nostro domani.

Ho apprezzato nel discorso l’insistenza sull’importanza di amare ed occuparsi della res publica (“cosa pubblica”), fondamentale in un periodo in cui l’anti-politica impera. Bisogna comprendere il danno che faremmo, in primo luogo a noi stessi, se decidessimo di non votare, perché tanto “sono tutti uguali”. Ed è un’opzione che bussa alla nostra porta, specie considerato il banditismo di certi personaggi hanno caratterizzato la politica italiana degli ultimi anni.

Per come mi piace vederlo, Benigni è come una sveglia. Ha la funzione di risvegliare gli animi (o le anime).

Ha esaltato l’importanza dell’eredità storica e culturale, del pericolo del dare tutto per scontato considerato che il nostro livello attuale di libertà, la sicurezza, i nostri diritti, sono stati conquistati con la vita da donne e uomini che si sono sacrificati per noi. Cosa stiamo sacrificando noi? Che futuro stiamo costruendo per i nostri figli?

Assomigliano a banalità, scritte su un libro o lette su un blog come questo. Ma pronunciate da una persona che ci crede con ogni singola cellula di se stesso, fanno ben altro effetto.

Ecco dunque le 2 ore integrali di trasmissione, seguite dalla trascrizione dei 12 principi fondamentali della Costituzione Italiana, esposti in maniera così brillante da Benigni.

Uno dei rari, grandi momenti di televisione. Confido che arriverai fino in fondo. ;)

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

IL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO
Vista la deliberazione dell’Assemblea Costituente, che nella seduta del 22 dicembre 1947 ha approvato la Costituzione della Repubblica Italiana;
Vista la XVIII disposizione finale della Costituzione;

PROMULGA
la Costituzione della Repubblica Italiana nel seguente testo:

PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principî ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Art. 6

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art. 7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. [p. 2]I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.


Crea il tuo avatar personale con Gravatar!