Il discorso integrale di Obama alla Convention Nazionale Democratica

Articolo scritto il 8 settembre 2012 nella categoria Estero, Politica | icona Commenti Nessun Commento

Trascrizione del discorso (40 min. circa) di accettazione della nomination democratica del presidente Obama alla Convention Nazionale Democratica di Charlotte, Carolina del Nord, giovedì 6 settembre 2012. Per il video, clicca qui.

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PRESIDENTE OBAMA: Grazie (Applausi prolungati). Grazie. Grazie. Grazie mille.

PUBBLICO: Altri quattro anni! Altri quattro anni! Altri quattro anni!

PRESIDENTE OBAMA: Grazie.

PUBBLICO: Altri quattro anni! Altri quattro anni! Altri quattro anni!

PRESIDENTE OBAMA: Grazie mille. Grazie. Grazie mille a tutti (Applausi). Grazie.

Michelle, ti amo così tanto.

Qualche sera fa, tutti si sono ricordati di che uomo fortunato sono.

Malia e Sasha, siamo così orgogliosi di voi. E sì, domattina andrete a scuola (Risate, applausi).

E Joe Biden, grazie per essere stato il miglior vice-presidente in cui avrei mai potuto sperare (Applausi), e per essere un amico forte e leale.

Signora Presidentessa, i delegati, accetto la vostra nomination per la presidenza degli Stati Uniti (Applausi prolungati).

PUBBLICO: Altri quattro anni! Altri quattro anni! Altri quattro anni!

PRESIDENTE OBAMA: Ora, la prima volta che ho affrontato questo convegno, nel 2004, ero un uomo più giovane (Risate), un candidato al Senato dell’Illinois che parlava di speranza, non di cieco ottimismo, non di illusioni, ma di speranza di fronte alle difficoltà, speranza di fronte all’incertezza, quella fede ostinata nel futuro che ha mandato avanti questa nazione anche quando la scommessa era grande, anche quando la strada era lunga.

Otto anni dopo questa speranza è stata provata dal costo della guerra, da una delle peggiori crisi economiche della storia e dalla paralisi politica che è ci ha portati a chiederci se siamo ancora in grado di affrontare le sfide del nostro tempo. So che le campagne elettorali possono sembrare piccole, anche stupide a volte.

Cose banali diventano grandi distrazioni. Gravi problemi diventano slogan. La verità viene sepolta sotto una valanga di denaro e pubblicità. E se siete stufi di ascoltarmi sarete d’accordo con quanto sto dicendo, credetemi: lo sono anch’io (Risate, applausi).

Ma quando tutto sarà stato fatto e detto, quando prenderete in mano la scheda elettorale, dovrete affrontare la più chiara scelta di sempre di una generazione. Nel corso dei prossimi anni a Washington saranno prese importanti decisioni riguardo a posti di lavoro, economia, tasse e deficit; sull’energia, l’istruzione, la guerra e la pace – decisioni che avranno un impatto enorme sulla nostra vita e sulla vita dei nostri figli per i decenni a venire.

E su ogni questione, la scelta che affronterete non sarà solo tra due candidati o due partiti. Sarà una scelta tra due diversi percorsi per l’America, una scelta tra due visioni fondamentalmente diverse per il futuro. La nostra è una lotta per ripristinare i valori che hanno generato la più grande classe media e l’economia più forte che il mondo abbia mai conosciuto (Applausi), i valori che mio nonno difendette da soldato nell’esercito di Patton, i valori che hanno spinto mia nonna a lavorare su una catena di montaggio di caccia bombardieri mentre lui non c’era più. Sapevano di essere parte di qualcosa di più grande – una nazione che ha trionfato sul fascismo e sulla depressione, una nazione in cui le imprese più innovative realizzano i migliori prodotti del mondo, e tutti condividono quell’orgoglio e quel successo, dall’ufficio dietro l’angolo agli ambienti della fabbrica.

Ai miei nonni è stata data la possibilità di andare al college e comprarsi casa – la propria casa, e realizzare la promessa fondamentale al centro della storia americana, la promessa che il lavoro duro ripagherà, che la responsabilità sarà premiata, che ognuno riceve una buona chance e tutti fanno la loro parte e giocano con le stesse regole, da Main Street a Wall Street a Washington, D.C. (Applausi).

E ho corso alla presidenza perché ho visto questa promessa scivolare via. Ho iniziato la mia carriera aiutando le persone all’ombra di un’acciaieria in un momento in cui troppi buoni posti di lavoro iniziavano a spostarsi oltreoceano. E fino al 2008 abbiamo visto quasi un decennio in cui le famiglie hanno lottato con costi che continuavano a salire, ma stipendi che non facevano altrettanto, la gente accumulava sempre più debiti solo per iniziare un mutuo o pagare le tasse scolastiche, comprare la benzina per la macchina o cibo per la tavola. E quando il castello di carte crollò durante la Grande Recessione, milioni di americani innocenti hanno perso il lavoro, le loro case, i loro risparmi di una vita, una tragedia per cui stiamo ancora lottando per riprenderci.

Ora, i nostri amici giù a Tampa alla convention repubblicana erano più che felici di parlare di tutto ciò che pensano sia sbagliato dell’America. Ma non avevano molto da dire riguardo a come la cambierebbero in meglio. (Applausi) Vogliono il vostro voto, ma non vogliono che sappiate il loro programma. E questo perché tutto quello che hanno da offrire sono le stesse ricette degli ultimi 30 anni. “Hai un surplus? Prova un taglio delle tasse. Deficit troppo alto – provane un altro. Sentite la febbre che vi sta salendo? Prendete due tagli fiscali, ritirate alcune norme, e chiamateci domattina” (Risate, applausi).

Ora, ho tagliato le tasse per chi ne aveva bisogno: famiglie della classe media, piccole imprese. Ma non credo che un altro giro di agevolazioni fiscali per i milionari porterà buoni posti di lavoro da noi, o pagherà il nostro deficit. Non credo che licenziare insegnanti o negare borse di studio agli studenti farà crescere l’economia, o ci aiuterebbe a competere con gli scienziati e gli ingegneri che escono dalla Cina. Dopo tutto quello che abbiamo passato, io non credo che ritirare norme a Wall Street aiuterà la piccola-imprenditrice a espandersi, o l’operaio a mantenere la propria casa.

Ci siamo imbattuti in questo, lo abbiamo provato, e non torniamo indietro. Stiamo andando avanti, America.

Ora, io non pretendo che il percorso che sto offrendo sia facile o veloce. Non l’ho mai fatto. Non mi avete eletto per dirvi quello che volevate sentire. Mi avete eletto per dirvi la verità (Applausi).

E la verità è che ci vorrà più di qualche anno per risolvere i problemi che si sono accumulati nel corso di decenni. Sarà necessario uno sforzo comune, una responsabilità condivisa, e il tipo di audace, persistente sperimentazione che Franklin Roosevelt perseguì durante l’unica crisi peggiore di questa.

E tra l’altro, quelli di noi che portano avanti l’eredità del suo partito dovrebbero ricordarsi che non tutti i problemi possono essere eliminati con un altro programma di governo o un’imposizione di Washington.

Ma sappi questo, America: i nostri problemi possono essere risolti. Le nostre sfide possono essere affrontate. Il percorso che offriamo può essere più difficile, ma conduce a un posto migliore, e vi sto chiedendo di scegliere quel futuro (Applausi).

Vi sto chiedendo di stringervi attorno ad una serie di obiettivi per il vostro paese, obiettivi riguardanti il settore manifatturiero, l’energia, l’istruzione, la sicurezza nazionale e il deficit; piani realizzabili, concreti, che porteranno a nuovi posti di lavoro, maggiori opportunità, e rifonderanno questa economia su una base più forte. Questo è ciò che possiamo fare nei prossimi quattro anni, ed è per questo che sono in corsa per un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti (Applausi).

Possiamo scegliere un futuro in cui esportiamo più prodotti e meno posti di lavoro. Dopo un decennio che è stato caratterizzato da ciò che abbiamo acquistato e preso in prestito, si torna alle origini, a fare quello che l’America ha sempre fatto meglio. Stiamo facendo le cose di nuovo. Ho incontrato i lavoratori di Detroit e di Toledo che temevano che non avrebbero mai più costruito un’altra macchina americana. E oggi non le riescono a costruire abbastanza velocemente, perché abbiamo reinventato un settore automobilistico morente che ora è di nuovo sul tetto del mondo. Ho lavorato con i leader aziendali che stanno riportando posti di lavoro in America non perché i nostri lavoratori costano meno, ma perché facciamo prodotti migliori (Applausi), perché lavoriamo di più e meglio di chiunque altro.

Ho firmato accordi commerciali che stanno aiutando le nostre aziende a vendere più beni a milioni di nuovi clienti, beni che sono segnati con tre parole d’orgoglio: “Made in America”.

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PUBBLICO: Stati Uniti d’America! Stati Uniti d’America! Stati Uniti d’America!

PRESIDENTE OBAMA: E dopo un decennio di declino, questo paese ha creato oltre mezzo milione di posti di lavoro di produzione negli ultimi 2 anni e mezzo. E ora avete una scelta. Possiamo dare sgravi fiscali alle imprese che spostano il lavoro all’estero..

PUBBLICO: Noo!

PRESIDENTE OBAMA: ..o possiamo iniziare a premiare le aziende che aprono nuovi impianti, formano nuovi lavoratori e creano nuovi posti di lavoro qui, negli Stati Uniti d’America. Possiamo aiutare grandi fabbriche e piccole imprese a raddoppiare le loro esportazioni. E se scegliamo questa strada, possiamo creare un milione di nuovi posti di lavoro di produzione nei prossimi quattro anni. Possiamo far sì che questo accada. Potete scegliere quel futuro.

Potete scegliere il percorso nel quale abbiamo maggior controllo sulla nostra energia. Dopo 30 anni di non intervento, abbiamo innalzato gli standard di combustibile in modo che entro la metà del prossimo decennio, le automobili e i camion andranno due volte più lontano con un gallone di benzina. Abbiamo raddoppiato il nostro utilizzo di energia rinnovabile, e migliaia di americani lavorano oggi grazie alla costruzione di turbine eoliche e batterie a lunga durata. Abbiamo tagliato le importazioni di petrolio, solo nell’ultimo anno, di 1 milione di barili al giorno: più di ogni altra amministrazione nella storia recente. E oggi gli Stati Uniti d’America, come mai negli ultimi due decenni, sono meno dipendenti dal petrolio straniero (Applausi).

Quindi, ora avete una scelta tra una strategia che inverte questo progresso ed una che si basa su di esso.

Abbiamo allestito milioni di nuovi ettari per l’esplorazione di petrolio e gas negli ultimi tre anni, e ne apriremo di più. Ma a differenza del mio avversario, non lascerò che le compagnie petrolifere scrivano il piano energetico di questo paese, o che mettano in pericolo le nostre coste, o raccolgano altri 4 miliardi di dollari di welfare aziendale dai nostri contribuenti. (Applausi) Stiamo offrendo un percorso migliore.

Stiamo offrendo un percorso migliore in cui – un futuro in cui continuiamo ad investire in eolico e solare e in carbone pulito, dove gli agricoltori e gli scienziati sfruttano nuovi biocarburanti per alimentare le nostre auto e camion, in cui gli operai costruiscono case e fabbriche che sprecano meno energia – in cui ci assicuriamo cento anni di fornitura di metano che è giusto sotto i nostri piedi. Se scegliete questo percorso, saremo in grado di tagliare le nostre importazioni di petrolio della metà entro il 2020, e garantire più di 600.000 nuovi posti di lavoro solo nel settore del gas metano (Applausi).

E sì, il mio programma continuerà a ridurre l’inquinamento da anidride carbonica che sta riscaldando il nostro pianeta, perché il cambiamento climatico non è una bufala. Più siccità, inondazioni e incendi non sono uno scherzo. (Applausi) Sono una minaccia per il futuro dei nostri figli.

E in queste elezioni, potete fare qualcosa a riguardo. Potete scegliere un futuro in cui più americani avranno la possibilità di acquisire le competenze di cui hanno bisogno per competere, senza problemi di età o conto in banca.

Per me, l’istruzione è stata la porta d’ingresso per molte opportunità. E ‘stata la porta d’ingresso per Michelle. E’ stata – è stata la porta d’ingresso per la maggior parte di voi. E ora più che mai, è la porta d’ingresso a una vita borghese.

Per la prima volta in una generazione, quasi ogni Stato ha risposto alla nostra chiamata a migliorare i propri standard per l’insegnamento e l’apprendimento. Alcune delle peggiori scuole del paese hanno fatto grandi progressi in lettura e in matematica. Milioni di studenti stanno pagando meno per l’università oggi, perché ci siamo finalmente fatti carico di un sistema che in passato ha sprecato miliardi di dollari dei contribuenti con le banche e istituti di credito (Applausi).

E ora avete una scelta. Possiamo smembrare l’istruzione, oppure possiamo decidere che negli Stati Uniti d’America, nessun bambino deve riinviare i suoi sogni a causa di una classe troppo affollata o di una scuola fatiscente. Nessuna famiglia dovrebbe mettere da parte una lettera di accettazione al college perché non ha i soldi. Nessuna azienda dovrebbe cercare lavoratori all’estero, perché non ne trova con le giuste competenze qui a casa. (Applausi) Non è il nostro futuro. Questo non è il nostro futuro.

Un governo ha un ruolo in questo. Ma gli insegnanti lo devono ispirare. I presidi lo devono guidare. I genitori devono alimentare una sete all’apprendimento. E studenti, voi dovete fare il lavoro. E insieme, vi prometto che potremo educare ed avere la meglio su ogni nazione della terra. (Applausi)

Aiutatemi dunque. Aiutatemi a reclutare centomila matematici e insegnanti di scienze entro 10 anni e a migliorare l’educazione della prima infanzia. Contribuite a dare a 2 milioni di lavoratori la possibilità di acquisire competenze al college della loro comunità, che li porterà direttamente a un lavoro. Aiutateci a lavorare con i college e le università a tagliare della metà la crescita dei costi dell’insegnamento nell’arco dei prossimi 10 anni.

Siamo in grado di raggiungere questo obiettivo insieme. Potete scegliere questo futuro per l’America. Questo è il nostro futuro.

Sapete, in un mondo di nuove minacce e nuove sfide, potete scegliere la leadership che è stata testata e messa alla prova. Quattro anni fa ho promesso di porre fine alla guerra in Iraq. Lo abbiamo fatto. (Applausi) Ho promesso di riorientare gli sforzi sui i terroristi che ci hanno attaccato l’11/9, e lo abbiamo fatto. Abbiamo fermato lo slancio dei talebani in Afghanistan e nel 2014, la nostra più lunga guerra sarà finita. (Applausi) Una nuova torre si erge al di sopra dell’orizzonte di New York, al-Qaida è prossima alla sconfitta e Osama bin Laden è morto.

E stasera, rendiamo omaggio agli americani che ancora prestano servizio in situazioni di pericolo. Saremo sempre in debito con una generazione il cui sacrificio ha reso questo paese più sicuro e più rispettato. Non vi dimenticheremo mai, e fino a quando sarò il comandante in carica, sosterremo il più forte esercito che il mondo abbia mai conosciuto (Applausi). Quando vi toglierete le uniformi, vi serviremo così come voi ci avete servito, perché nessuno che combatte per questo paese deve lottare per un posto di lavoro o un tetto sopra la testa, o per le cure di cui hanno bisogno una volta tornati a casa.

Abbiamo rafforzato nel mondo vecchie alleanze e stretto nuove relazioni per fermare la diffusione delle armi nucleari. Abbiamo riaffermato il nostro potere nel Pacifico e fatto fronte alla Cina per conto dei nostri lavoratori. Dalla Birmania alla Libia, passando per il Sud Sudan, abbiamo incrementato i diritti e la dignità di tutti gli esseri umani; uomini e donne, cristiani, musulmani ed ebrei (Applausi).

Ma nonostante tutti i nostri progressi, le sfide rimangono. Trame terroristiche devono essere interrotte. La crisi dell’Europa dev’essere limitata. Il nostro impegno per la sicurezza di Israele non deve vacillare, e nemmeno la nostra ricerca della pace. Il governo iraniano deve affrontare un mondo che rimane unito contro le sue ambizioni nucleari. Il cambiamento storico che ha colpito tutto il mondo arabo non deve essere ascritto al pugno di ferro di un dittatore o all’odio degli estremisti, ma alle speranze e alle aspirazioni della gente comune che sta raggiungendo gli stessi diritti che celebriamo qui oggi (Applausi).

Quindi adesso abbiamo una scelta. Il mio avversario e il suo compagno alla corsa per la presidenza sono nuovi alla politica estera. Ma da tutto quello che abbiamo visto e sentito, vogliono riportarci a un’epoca di goffe imperversate che costerebbe troppo all’America.

Dopo tutto, non chiamerebbero la Russia il nostro nemico numero uno – non Al-Qaeda, la Russia – (Risate) – se non fossero ancora agganciati a una sorta di mentalità da Guerra Fredda (Applausi).

Potrebbero non essere pronti per la diplomazia con Pechino se non gli è possibile visitare le Olimpiadi senza insultare il nostro alleato più vicino (Risate, applausi).

Il mio avversario – il mio avversario ha detto che porre fine alla guerra in Iraq è stata una tragedia. E non ci dice come ha intenzione di finire la guerra in Afghanistan. Beh, io lo so, e lo farò (Applausi). E mentre il mio avversario spenderebbe in attrezzi militari più di quello che il nostro stato maggiore congiunto non si sognerebbe nemmeno, userò il denaro che non spendiamo in guerra per pagare il nostro debito e far tornare più gente a lavoro – (Applausi prolungati) – ricostruendo strade, ponti, scuole e autostrade, perché dopo due guerre che hanno costato migliaia di vite e più di un trilione di dollari, è il momento di fare un pò di “nation building ” qui a casa.

Potete scegliere un futuro in cui ridurremo il nostro deficit senza bisogno di attaccarsi alla classe media. Esperti indipendenti dicono che il mio programma taglierebbe il nostro deficit di 4 trilioni di dollari. E la scorsa estate ho lavorato con i repubblicani in Congresso, per tagliare un miliardo di dollari di spesa, perché quelli di noi che credono che il governo può essere una forza per il bene devono lavorare più duramente di chiunque altro per riformarlo, in modo che sia più snello, efficiente, e più reattivo verso il popolo americano.

Voglio riformare il codice fiscale in modo che sia semplice, equo e chieda alle famiglie più abbienti di pagare tasse più alte sui redditi superiori a 250.000 dollari – (Applausi) – lo stesso tasso che avevamo quando Bill Clinton era presidente, la stesso che avevamo quando la nostra economia creò quasi 23 milioni di nuovi posti di lavoro, il più grande surplus della storia e l’avvio di un gran numero di nuovi milionari.

Ora, sono ancora desideroso di raggiungere un accordo sulla base dei principi della mia commissione del debito bipartisan. Nessun partito ha il monopolio della saggezza. Nessuna democrazia funziona senza compromessi. Voglio portare questo a termine, possiamo farlo.

Ma quando il governatore Romney ei suoi amici nel Congresso ci dicono che possiamo in qualche modo ridurre il nostro deficit spendendo migliaia di miliardi in più su agevolazioni fiscali per i ricchi, beh – (Fischi di disapprovazione) – come direbbe Bill Clinton? Fate voi i conti.. (Risate, applausi). Fate voi i vostri calcoli.

Mi rifiuto aderire a questo, e fino a quando sarò presidente, non lo farò. Mi rifiuto di chiedere alle famiglie della classe media di rinunciare alle loro deduzioni per possedere una casa o di crescere i loro figli solo per pagare un altro taglio delle tasse milionario. Mi rifiuto di chiedere agli studenti di pagare di più per il college o togliere bambini dai programmi Head Start, di eliminare l’assicurazione sanitaria a milioni di americani che sono poveri e anziani o disabili, di modo che quelli che hanno di più possano pagare di meno. Non sono d’accordo(Applausi prolungati).

E non lo sarò mai – non trasformerò mai l’assistenza sanitaria in un voucher (Applausi). Nessun americano dovrebbe mai passare i suoi anni d’oro alla mercé delle compagnie di assicurazione. Dovrebbero andare in pensione con le cure e la dignità che si sono guadagnati. Sì, riformeremo e rafforzeremo l’assistenza sanitaria a lungo raggio, ma lo faremo attraverso la riduzione dei suoi costi, non chiedendo ai più anziani di pagare migliaia di dollari in più.

E manterremo la promessa di sicurezza sociale prendendo misure responsabili per rafforzarla, non rivolgendoci a Wall Street (Applausi).

Questa è la scelta che abbiamo di fronte ora. Questo è ciò a cui l’elezione si riduce. Più e più volte, ci è stato detto dai nostri avversari che maggiori tagli fiscali e meno normative sono l’unico modo possibile, che dal momento che il governo non può fare tutto, non dovrebbe fare quasi nulla. Se non potete permettervi l’assicurazione sanitaria, allora sperate di non ammalarvi. (Mormorii di disapprovazione). Se un’industria rilascia sostanze tossiche nell’aria che i vostri bambini respirano, beh, questo è il prezzo del progresso. Se non potete permettervi di avviare un’impresa o di andare al college, seguite il consiglio del mio avversario e prendere in prestito soldi dai vostri genitori (Risate, applausi misti a fischi).

Sapete una cosa, questo non è quello che siamo. Non è quello che concerne questo paese. Come americani, crediamo di essere dotati dal nostro Creatore di certi diritti inalienabili, diritti che nessun uomo o governo può portar via. Insistiamo sulla responsabilità personale, e celebriamo l’iniziativa individuale. Non abbiamo diritto al successo. Lo dobbiamo guadagnare. Onoriamo chi si è sacrificato, i sognatori, chi si assume dei rischi, gli imprenditori che sono sempre stati la forza trainante dietro il nostro sistema di libera impresa: il più grande motore di crescita e prosperità che il mondo abbia mai conosciuto.

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Ma crediamo anche in qualcosa chiamata cittadinanza – (Applausi) – cittadinanza, una parola al cuore della nostra fondazione, una parola all’essenza stessa della nostra democrazia, l’idea che questo paese funziona solo quando accettiamo determinati obblighi l’uno con l’altro e con le generazioni future.

Noi crediamo che quando un amministratore delegato paga i suoi costruttori di automobili abbastanza da permettere loro di comprare le auto che producono, tutta l’impresa ne beneficia.

Noi crediamo che quando una famiglia non può più essere indotta a firmare un mutuo che non può permettersi, quella famiglia è protetta, ma lo è anche il valore delle case di altre persone – e quindi lo è l’intera economia.

Crediamo che la piccola bambina a cui è stata offerta una via di fuga dalla povertà da un bravo insegnante o da una borsa di studio potrebbe diventare il prossimo Steve Jobs, o la scienziata che curerà il cancro, o il presidente degli Stati Uniti – (Applausi) – ed è in nostro potere darle questa possibilità.

Sappiamo che le chiese e associazioni di beneficenza spesso possono fare la differenza rispetto a un singolo programma di governo. Non vogliamo elemosina per persone che rifiutano di aiutare sé stesse, e di certo non vogliamo salvataggi per banche che infrangono le regole.

Non crediamo che il governo può risolvere tutti i nostri problemi, ma allo stesso modo non crediamo che sia la fonte dei problemi stessi – non più di quanto lo siano i nostri istituti di assistenza sociale o le società di sindacati o di immigrati o di gay o di qualsiasi altro gruppo che ci è stato detto di biasimare per i nostri problemi (Applausi), perché – perché America, noi sappiamo che questa é la nostra democrazia.

Noi, la gente, riconosciamo che abbiamo delle responsabilità, nonché dei diritti, che i nostri destini sono legati insieme, che una libertà che chiede solamente, che pensa solo all’individuale, una libertà senza un impegno per gli altri, una libertà senza amore o carità o doveri o patriottismo, non è degna dei nostri ideali fondanti e di coloro che sono morti in loro difesa (Applausi).

Come cittadini, ci rendiamo conto che l’America non è ciò che essa può fare per noi. Si tratta di ciò che può essere fatto da noi, insieme, attraverso un duro e frustrante, ma necessario, lavoro di auto-governo. Questo è ciò in cui crediamo.

Quindi, vedete, l’elezione di quattro anni fa non riguardava me. Riguardava voi. (Applausi) – i miei concittadini – voi siete stati il cambiamento (Applausi).

Voi siete la ragione per cui c’è una bambina con una malattia cardiaca a Phoenix che otterrà l’operazione chirurgica che ha bisogno, perché una società di assicurazioni non può più limitare la sua copertura. Voi l’avete fatto (Applausi).

Voi siete la ragione per cui un giovane in Colorado che mai avrebbe pensato di permettersi il suo sogno di guadagnarsi una laurea in medicina, è in procinto di avere questa chance. Voi l’avete reso possibile.

Voi siete la ragione per cui una giovane immigrata che è cresciuta qui, è andata a scuola qui e ha promesso fedeltà alla nostra bandiera non sarà più espulsa dal l’unico paese che lei abbia mai chiamato casa (Applausi) – la ragione per cui soldati altruisti non saranno cacciati dall’esercito a causa di quello che sono o di chi amano, per cui migliaia di famiglie sono finalmente riuscite dire ai loro cari che ci hanno servito con tanto coraggio: “Bentornati a casa” (Applausi) – “Benvenuti a casa”. Voi l’avete fatto. Voi l’avete fatto. (Applausi) Voi l’avete fatto.

Se abbandonate ora – se cambiate rotta adesso, se credete cinicamente che il cambiamento per cui ci siamo battuti per non è possibile, beh, il cambiamento non avverrà. Se rinunciate all’idea che la vostra voce può fare la differenza, allora altre voci riempiranno il vuoto: le lobby e gli interessi particolari, le persone con assegni da 10 milioni di dollari che stanno cercando di comprare questa elezione e coloro che stanno cercando di rendere difficile la vostra votazione, i politici di Washington che vogliono decidere chi potete sposare o controllare scelte medico-sanitarie che le donne dovrebbero prendere da loro stesse (Applausi). Solo voi potete fare in modo che ciò non accada. Solo voi avete il potere di farci andare avanti.

Sapete, mi rendo conto che i tempi sono cambiati da quando ho parlato per la prima volta a questo convegno. I tempi sono cambiati, e così io stesso. Non sono più solo un candidato. Sono il presidente (Applausi prolungati).

E – e questo è..

PUBBLICO: Altri quattro anni! Altri quattro anni! Altri quattro anni!

PRESIDENTE OBAMA: ..e questo significa che ora so cosa vuol dire inviare giovani americani in battaglia, perché ho tenuto tra le braccia le madri e i padri di coloro che non hanno fatto ritorno.

Ho condiviso il dolore delle famiglie che hanno perso le loro case, e la frustrazione dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Se i critici hanno ragione dicendo che ho preso tutte le mie decisioni sulla base di sondaggi, allora non devo essere molto bravo a leggerli (Risate).

E anche se sono orgoglioso di quello che abbiamo realizzato insieme, sono molto più consapevole dei miei difetti; ora so esattamente cosa Lincoln intendeva quando disse: “Sono stato spinto molte volte in ginocchio dalla convinzione schiacciante che non avevo altro posto dove andare”.

(Applausi)

Ma essendo qui, stasera, non sono mai stato così fiducioso dell’America come ora. Non perché penso di avere tutte le risposte. Non perché sono ingenuo circa l’entità delle nostre sfide.

Sono fiducioso grazie a voi.

La giovane donna che ho incontrato ad una fiera della scienza, che ha vinto un riconoscimento nazionale per la sua ricerca di biologia, mentre viveva con la sua famiglia in un rifugio per senzatetto – lei mi dà speranza (Applausi).
E’ l’operaio dell’industria automobilistica che ha vinto la lotteria dopo che il suo impianto ha quasi chiuso, ma ha continuato ad andare a lavoro ogni giorno, ha comprato bandiere per la sua intera città e una delle auto che ha costruito, per fare una sorpresa ala moglie – che mi dà speranza.

Una famiglia proprietaria di un’azianda in Warroad, Minnesota, che non ha licenziato nessuno dei suoi 4.000 dipendenti quando la recessione ha colpito (Applausi), anche quando i loro concorrenti fermavano decine di impianti, anche quando questo è costato ai proprietari la rinuncia ad alcuni vantaggi e pagamenti, perché hanno capito che il loro bene più grande è stato la comunità e gli operai che avevano contribuito a costruire quella struttura – questo mi dà speranza (Applausi).

Penso al giovane marinaio che ho incontrato al Walter Reed Hospital che era in degenza per una granata che lo ha costretto ad un’amputazione della gamba fin sopra al ginocchio. E sei mesi fa lo vediamo entrare a una cena alla Casa Bianca in onore di coloro che hanno servito la patria in Iran (Sic – Iraq), alto, con 20 chili in più, orgoglioso nella sua uniforme, con un grande sorriso sul volto, saldo sulla sua nuova gamba. E dopo pochi mesi l’avrei visto andare in bicicletta, facendo a gara con altri suoi compagni feriti in un giorno di primavera frizzante, ispirando altri eroi che iniziavano il difficile percorso che lui aveva attraversato. Lui mi dà speranza (Applausi). Lui mi dà speranza.

Io non so a che partito questi uomini e queste donne appartengono. Non so se voteranno per me. Ma so che il loro spirito ci definisce. Mi ricordano, citando le Scritture, che il nostro è un futuro pieno di speranza (Applausi). E se condividete con me questa fede, se condividete questa speranza, stasera sto chiedendo il vostro voto.

Se rifiutate l’idea che la promessa di questa nazione è riservata a pochi, la vostra voce deve essere ascoltata in questa elezione (Applausi).

Se rifiutate l’idea che il nostro governo è sempre riconoscente al migliore offerente, è necessario alzarsi in piedi per questa elezione (Applausi).

Se credete che nuovi impianti e fabbriche rovineranno il nostro paesaggio, che la nuova energia è in grado di alimentare il nostro futuro, che nuove scuole saranno in grado di fornire opportunità di ascesa sociale a questa nazione di sognatori; se credete in un paese in cui ognuno riceve una buona chance, e tutti fanno la loro parte, e tutti giocano con le stesse regole, allora ho bisogno che voi votiate questo novembre (Applausi).

America, non ho mai detto che questo viaggio sia facile, e non voglio prometterlo adesso. Sì, il nostro cammino è più difficile, ma conduce a un posto migliore. Sì, la nostra strada è più lunga, ma la attraversiamo insieme (Applausi).

Noi non torniamo indietro. Non lasciamo nessuno indietro (Applausi). Ci tiriamo a vicenda (Applausi). Traiamo forza dalle nostre vittorie (Applausi). E impariamo dai nostri errori. Ma teniamo gli occhi fissi su quel lontano orizzonte sapendo che la provvidenza è con noi e che siamo sicuramente benedetti di essere cittadini della più grande nazione della terra.

Grazie, Dio vi benedica, e Dio benedica questi Stati Uniti.

Photo credit: cnn.com, barackobama.com, foxnews.com


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