Articolo scritto il 18 maggio 2012 nella categoria Informazione | 3 Commenti
Nell’ultimo periodo i suicidi che avvengono nel nostro paese sono riportati sulle pagine dei quotidiani e dei maggiori telegiornali con cadenza giornaliera, quasi sempre inquadrati come l’effetto della crisi economico-finanziaria: espressione dell’esasperazione di persone talmente indebitate da decidersi a compiere il gesto estremo. Le notizie così presentate si imprimono nelle nostre menti e sono accolte come verità.
Ho trovato un articolo interessante in rete, che dimostra dati alla mano come la media dei suicidi in Italia sia pressoché costante nel tempo, non si tratta dunque di un fenomeno nuovo o in aumento (anche se riguardo i dati relativi a quest’anno si possono fare solo previsioni). E’ tuttavia doveroso segnalare la crescita della percentuale di morti dovute a problemi economici, anche se resta oscuro come gli istituti di statistica riescano a tracciare le motivazioni dietro a un gesto di questo spessore.
Su che base però questi suicidi vengono collegati alla crisi con tanta disinvoltura?
Voglio tralasciare la risposta a questa domanda per farti invece riflettere sull’influenza esercitata sulla società dal modo di presentare una notizia. Per esempio nel nostro caso le news di questi giorni possono contribuire ad alimentare una particolare tendenza all’emulazione tra le persone (effetto Werther): gli individui, che già stanno meditando in loro stessi riguardo l’idea di togliersi la vita, vengono spinti in qualche modo a credere che sia il momento giusto per farlo. Trovano la forza del gesto estremo convinti sia per “una giusta causa”: perché non sono i soli, perché è la tendenza del periodo storico.
La maggior parte delle volte si reagisce a quello che si percepisce, non a quello che è la realta (che è molto piu complessa di qualsiasi interpretazione in cui si tenti di “inscatolarla”).
Ti ricordi Bowling a Columbine di Michael Moore? Il regista mostra la grande differenza di percezione delle persone in Canada rispetto agli Stati Uniti: nello stato canadese la gente lascia addirittura aperta la porta della propria casa, la sensazione di sicurezza è totale. Al contrario negli Stati Uniti, dove i telegiornali danno ogni giorno ampio spazio a notizie di cronaca nera, le persone vivono una situazione di incubo: vivono nella paura, nonostante i livelli reali di criminalità tra i due stati non presentino una così sostanziale differenza.
Pensa poi al terrorismo del periodo post 9/11: diffusa era la percezione che le maggiori capitali europee dovessero esplodere sotto i colpi di kamikaze nascosti nell’ombra delle nostre metropolitane e monumenti. Il terrorismo c’è, esiste, si evolve, muta.. ma te ne dimentichi se non c’è Emilio Fede a ricordartelo.
Quella che negli ultimi tempi sembra un’escalation di suicidi che si alimenta di giorno in giorno, è in realtà alla base uno spostamento dell’attenzione dei giornalisti, che si focalizza come un’antenna su un particolare spettro di eventi.
C’è in gioco un effetto di “interessamento” che in un dato periodo fa spostare il focus dei media in una direzione precisa. I giornalisti sono così più propensi a far uscire qualcosa di “caldo”, qualcosa di cui anche i lettori/telespettatori hanno recente familiarità. Viste da questa angolazione le notizie appaiono come merce venduta per avere più seguito, più spettatori: e come al cinema, l’horror ha più successo delle commedie!
Quante cose meravigliose succedono nel mondo ogni giorno? Di quante vieni informato?
Si dovrebbe dare maggiore spazio di informazione a notizie di questo tipo e attendere i risultati, sono convinto che restituirebbe un’immagine del nostro mondo più equilibrata. E quando penso a notizie positive non ho sicuramente in mente i servizi sulle ultime cucciolate salvate per miracolo, con tanto di canzone strappa-lacrime alla Studio Aperto..
I fatti, atroci e meravigliosi, accadono ogni giorno paralleli alla tua vita. Quello che ascolti in TV lo ricevi come una storia, cioè un susseguirsi di fatti. Che spesso se analizzi a fondo si rivela anche come “storia dello spostarsi dell’interesse”. I mass-media hanno una portata oggigiorno che non li riduce a mera descrizione di quello che succede nel mondo. Ne diventano, più o meno consapevolmente, co-creatori.
Penso a come sarebbe se le news fossero simili a presentazioni statistiche, dove la maggior parte dell’interpretazione viene lasciata fuori. Sarebbe un pochino più noioso, sono d’accordo: ma la valutazione sarebbe lasciata a te stesso, che in fondo, sei l’ultimo giudice.
Un’informazione di questo tipo spingerebbe a pensare, mentre spesso è più comodo ascoltare un racconto già “montato”, interpretato da qualcun’altro. Lo si fa per pigrizia, o forse, per un’immensa fiducia.
Riesci a immaginare un tipo di giornalismo diverso?
Bravo Briseland, bell’articolo!
Proprio pochi giorni fa ero al lavoro e la signora che fa le pulizie da noi mi fa: “Cavolo hai visto? La gente sta impazzendo! Hai visto quanti mariti che ammazzano mogli, quanta gente che si suicida?”
Al che io mi sono subito inalberato contro i media sostenendo che queste cose son sempre successe e succederanno sempre, il germe della “follia” è insito nella nostra natura! Sono i media bastardi che gestiscono l’impatto di certe notizie, con che frequenza e insistenza raccontare eventi che alimentano la paura e la preoccupazione rispetto a eventi positivi e costruttivi che stimolano la fiducia e l’apertura verso il futuro.
Li “odio”, “odio” i giornali, i telegiornali e i giornalisti venduti che hanno perso di vista il vero significato del loro lavoro.
Dobbiamo lottare per un’informazione più “pura”, prima di finire come i cinesi!
Noi siamo la cultura del giornalismo che degrada l’essere umano dal momento della nascita. L’assenza di ideali, in una società dove il successo è l’unico fondamento, fa sì che i valori più importanti rimangano alle spalle. Citando Lennon, bisogna credere in sè stessi e arrivare alle proprie conclusioni. I media continueranno a bombardarci con notizie che non danno alcun valore aggiunto. Conclusione: lontano da tutto e ascoltare sè stessi.
Avete notato che da un po’ di tempo la gente non si suicida più per la crisi?! Miracolo o semplicemente l’attenzione si è spostata su altre questioni?